Il principio delle lasagne parte 2

Ed eccoci con la seconda parte.
Per legare normalmente uso un formaggio che si abbini bene all'ingrediente principale, le combinazioni provate (e approvate) ad oggi sono:
  gamberi e mozzarella
  asparagi e mozzarella
  spinaci e crescenza
  erbette e mozzarella
  erbette e gorgonzola
  zucca e emmentaler
  ragu' e besciamella (beh dai, in questo caso la besciamella ci vuole).

Vi racconto la lasagna erbette e mozzarella, leggeraleggera post pranzi natalizi.Le altre sono del tutto simili, basta seguire il principio spiegato nella parte 1.

Per prima cosa taglio la mozzarella a tocchetti e la metto dentro ad un colino in sospensione su una bacinella (se non avete tempo di fare questo importante passaggio, vi consiglio la mozza da pizza, viene buona uguale e fa molta meno acqua).
In una padella faccio soffriggere scalogno, uno intero bello grosso, butto le erbette scolate dall'acqua e le faccio cuocere.
Quando sono pronte le trasferisco in un piatto e le strizzo benebene - passaggio importante, altrimenti le lasagne nuoteranno.
I 250 ml di brodo di verdure che servono per la besciamella li scaldo nel fondo di cottura delle erbette.
Faccio la besciamella come spiegato nella prima parte e la lascio raffreddare.
Gratto un bel po' di parmigiano o pecorino romano, dipende dal livello di sapidita' generale...

La composizione della lasagna.

Per comodita' compro le lasagne al supermercato nel banco frigo, quelle che vanno in forno subito per intenderci, senza dover essere precotte.
Facendo sempre lasagne solo per 2 (due e un pezzo a dire il vero) uso la teglia da plumcake, quella stretta e lunga, e' comodissima.

Accendo il forno a 180 gradi ventilato.

Sempre perche' sono un po' ingegnere e un bel po' imbranata in cucina, divido gli ingredienti in mucchietti a seconda del numero di strati che voglio fare in modo da non trovarmi alla fine senza ripieno; se voglio fare 4 strati devo preparare 3 (4-1) mucchietti di ripieno.

Stendo un velo di besciamella sul fondo della teglia.
Metto il primo strato di lasagne, il primo strato di erbette e mozzarella - se vi piace molto saporita potete mettere in ogni strato un po' di parmigiano, se vi piace ricca un po' di besciamella.
Continuo strato su strato - a volte lo strato centrale lo faccio con quattro fiocchi di crescenza cosi' da dargli un tocco un po' gustoso senza coprire tutto - l'ultimo strato di lasagne lo copro con la besciamella e tantissimo parmigiano.

In forno per 30 minuti ed e' fatta. La guardo dopo 15 minuti, se si sta bruciacchiando la ricopro di alluminio.
Quando ha fatto una bella crosticina la tolgo dal forno e aspetto 10 minuti per tagliarla.

Buon appetito!

Il principio delle lasagne parte 1

Recentemente ho scoperto le lasagne, nel senso che adoro cucinarle, diciamo che ho scoperto il trucco e invento ricette quasi ogni settimana.
Siccome non penso che sia proprio proprio un segreto, anche se non sono una blogger culinaria, volevo raccontarvi qualcosa su queste lasagne.

Innanzitutto il principio (ingegnere anche in cucina): 
nelle lasagne ci va un po' di besciamella (non tanta per carita'), un ingrediente principale - due al massimo - e qualcosa che "leghi".

Partiamo dalla besciamella, e' facile (non l'avrei mai detto) basta usare le dosi giuste, che sono anche semplici da ricordare:
"stessa quantita' di burro e farina + un liquido con uno zero in piu'"
per esempio:
  • 25 gr di burro 
  • 25 gr di farina
  • 250 ml di latte o brodo
oppure 50 gr di burro, 50 gr di farina, 500 ml di brodo e cosi' via.

Si fa sciogliere il burro in un bollilatte antiaderente, si aggiunge la farina e con un cucchiaio di legno si crea un pappetta che si fa soffriggere per un po'.
Si aggiunge la parte liquida un po' calda ma non troppo (non deve bollire) a filo, senza mai smettere di mescolare. Continuate a mescolare quando si addensa e sobbolle, il tempo di cottura sarebbe di 20 minuti, io la tengo anche meno, considerando che dovra' comunque stare in forno per mezz'ora.

Normalmente uso il brodo, possibilmente di verdure, facendogli fare un passaggio nel fondo di cottura dell'ingrediente principale, in questo modo la besciamella rimane leggera e saporita.
Di solito uso la quantita' 25/25/250 perche' utilizzo la besciamella solo per coprire la teglia - sotto la prima lasagna per intenderci - e per chiudere la lasagna, con una quantita' spropositata di parmigiano o pecorino romano.

E ora devo proprio andare... a presto per la parte 2.

4 giorni a natale

nuovo volto

Ho cambiato l'immagine del profilo, sono tante foto della stessa rosa, una delle prime rose regalate dal Rinci. Ormai non sono piu' una ragazzina, ma sempre una rosa sono...

stream of consciousness

Quando ho riaperto il blog un po' lo sapevo che una volta rientrata al lavoro sarebbe stato impossibile tenerlo aggiornato, riuscire a trovare dieci minuti per mettere su schermo i miei pensieri: un'impresa ciclopica.
Pero' mi manca e finisce che ci scrivo quando la mente e' cosi' affollata di pensieri da non riuscire piu' a starci dietro... 
Tutto questo per dire che il post che state per leggere e' un po' tortuoso, quindi potete serenamente non leggerlo.
Se lo leggete lo stesso, beh, vi chiedo scusa e vi ringrazio - contemporaneamente.

Sono giorni pieni di cose, troppe, e di pensieri, fissi, variabili e troppi.

Ci sono momenti in cui mollerei il lavoro troppo stressante, pressante, invadente, "time consuming" si direbbe dalle mie parti, e me ne andrei subito. A casa con mio figlio.
Ci sono momenti in cui non vedo l'ora che C vada a dormire per accendere il pc e finire le slide, rivedere una mail, precisare un concetto, lavorare insomma.
E poi si ammala e quando sono al lavoro non mi sento concentrata, "sul pezzo" si direbbe dalle mie parti, non sono come vorrei e come tutti mi conoscono.
Ci sono giorni in cui vorrei stare solo con C e giocare e ridere, ballare, correre. Giocare e ridere.
Ci sono poi quei giorni in cui penso a quando lui non c'era e quanto tempo avevo, per le cose stupide: lo shopping, il teatro, gli amici, il cinema.
E mi sento uno schifo, mi sento in colpa perche' amo mio figlio alla follia ma in certi giorni ho bisogno di me.
Ci sono sere che vorrei solo cantargli la ninna nanna, cullarlo un po' e stare a guardarlo dormire; e poi ci sono sere in cui preferisco fare i piatti (chi mi conosce sa che significa) invece di farlo addormentare e rimanere sola con lui. Ci sono dei momenti, piccoli, ma ci sono, in cui non ho voglia di rimanere sola con lui.
Vorrei poter dire "ogni minuto libero lo passo con mio figlio" ma non e' cosi', alcuni di quei minuti li vorrei avere per me, per correre, per fare teatro, farmi una maschera al viso.
E mi sento uno schifo.
Sono troppo egoista per essere una buona mamma? E sono troppo mamma per essere una buona "donna in carriera"? 

#fridayreads: Dance Dance Dance, Murakami Haruki

Ormai lo sapete che quando vado in fissa con un autore poi devo leggere tutto e allora ecco un altro romanzo di Murakami che deve essere letto.
Un giorno ho detto ad una amica "Considerando che mi e' piaciuto piu' Kafka sulla spiaggia di Norwegian wood, cosa mi consigli?" lei ha risposto "Dance Dance Dance" e, vi assicuro, lo sto amando alla follia.

Alcuni brani, cosi' per darvi un'idea...

"Ma cosa devo fare allora?"
"Danzare" rispose "continuare a danzare, finchè ci sarà musica. Capisci quello che ti sto dicendo? devi danzare. Danzare senza mai fermarti. Non devi chiederti perchè. Non devi pensare a cosa significa. Il significato non importa, non c'entra. Se ti metti a pensare a queste cose, i tuoi piedi si bloccheranno. E una volta che saranno bloccati, io non potrò più fare niente per te. Tutti i tuoi collegamenti si interromperanno. Finiranno per sempre. E tu potrai vivere solo in questo mondo. Ne sarai progressivamente risucchiato. Perciò i tuoi piedi non dovranno mai fermarsi. Anche se quello che fai può sembrarti stupido, non pensarci. Un passo dopo l'altro, continua a danzare. E tutto ciò che era irrigidito e bloccato piano piano comincerà a sciogliersi. Per certe cose non è ancora troppo tardi. I mezzi che hai, usali tutti. Fai del tuo meglio. Non devi avere paura di nulla. Adesso sei stanco. Stanco e spaventato. Capita a tutti. Ti sembra sbagliato. Per questo i tuoi piedi si bloccano". 
Alzai gli occhi e guardai la sua ombra sul muro.
"Danzare è la tua unica possibilità" continuò "devi danzare, e danzare bene. tanto bene da lasciare tutti a bocca aperta. Se lo fai, forse anch'io potrò darti una mano. Finchè c'è musica, devi danzare!" 

E' un lavoro che non ha senso. Trovo un ristorante dove si mangia bene e scrivo un articolo per farlo conoscere a tutti. Andateci, e scegliete questo e quest'altro. Che bisogno c'è di una cosa del genere? non sarebbe meglio se ognuno scegliesse liberamente quello che gli piace? Perchè ci vuole qualcuno che ti suggerisce perfino dove e cosa mangiare? E poi quando si presenta un ristorante su una rivista, in breve tempo diventa famoso, e inevitabilmente la cucina e il servizio peggiorano. Nove casi su dieci. Perchè si altera l'equilibrio tra domanda e offerta. E i responsabili siamo noi. Troviamo qualcosa, e la roviniamo sistematicamente. E' immacolata? Noi la riempiamo di macchie. Ed è questo che la gente chiama informazione. 

Le olimpiadi dei pupi (o delle mamme?)

La scorsa settimana ho portato Cruscotto a fare il vaccino e, nella consueta mezz'ora post-punturina, in cui si sta un po' li' a vedere se succede qualcosa, ci siamo trovati circondati da mamme e pupi tutti della stessa eta' di C: esperienza pessima (per me).
Subito e' iniziata la gara: ma cammina? quanti denti ha? cosa mangia? mangia da solo? ... io totalmente estranea a questi discorsi, ma mi spiaceva allontanarmi, volevo che C giocasse con gli altri bimbi (nello specifico gli slacciava i sandali, a tutti) e quindi sono rimasta. 
Poi e' arrivato, si', e' arrivato il tanto temuto (da me) momento altezza/peso: tutte le mamme conoscevano altezza e peso del pupo, alla seconda cifra decimale, io no.
Inutile dire che sono stata colpita da sguardi severissimi, che ho evitato prontamente, ma io dico sono una pessima madre io oppure c'e' un po' troppa - malsana - competizione in quest'ambiente di mamme?
Per fortuna che il web delle mamme, o le mamme sul web, non sono cosi'.

Lettera #2

Tesoro mio, hai iniziato l'asilo, oggi sei stato da solo al nido per piu' di un'ora e sei stato bravissimo.
Volevo dirti che ti guardo sempre con orgoglio e tanta stima perche' sei indipendente, sei socievole, simpatico, sempre sorridente, pieno di voglia di fare, sei proprio come ti immaginavo prima che tu nascessi: una personcina unica.
Io sono un po' triste a doverti lasciare con altre persone per andare al lavoro, ma sono convinta che sia bello per te avere una mamma contenta della propria vita e che possa trasmetterti tanti interessi e la passione per le cose che fa, tutte, dal lavoro al running (che poi sarebbe quando la mamma corre e tu la insegui nel seggiolino della bici incitandola con i tuoi "mamma brumbrum").
Mi fa tenerezza quando torno la sera e tu allunghi le braccia dicendo "mamma", oggi pero' all'asilo non l'hai fatto, spero che sia perche' stare a giocare con altri bimbi ti piace tanto, in sostanza spero solo di aver fatto la scelta giusta.
Ti voglio un mondo di bene.

#fridayreads: The Giver, Lowry

Vorrei scrivere qualcosa di illuminante sul libro che ho appena finito di leggere, ma e' davvero difficile.
L'unica affermazione veramente vera e' che non mi stanchero' mai di leggere libri per ragazzi.









The Giver, Lois Lowry *****


Vi lascio pero' con una citazione:

"Google can bring you back 100,000 answers, a librarian can bring you back the right one."
Neil Gaiman

Poesia in musica

"Ecco che muove sgretola dilaga
Uno si dichiara indipendente e se ne va
Uno si raccoglie nella propria intimità
L'ultimo proclama una totale estraneità
Tu con lo sguardo eretto all'avvenire
Fisso al sole nascente ed adirato all'imbrunire
Tu non cantavi mai la sera non cantavi mai
Tu non cantavi mai la sera non cantavi mai"
cit. CCCP
nel video la versione CSI - live acustico In Quiete


#fridayreads: La Scopa del Sistema, DFW

All'interno di quella trama pazzesca che vi ho raccontato prima, tra i personaggi assurdi che vi ho descritto ci sono descrizioni, riflessioni, parentesi davvero interessanti e poetiche. Di seguito una di quelle che mi ha colpito.

"Vedo le facce di quelli che appartengono e le facce di quelli che non appartengono. Le facce che appartengono appaiono a schiera, come medaglie sul bavero si un'alta uniforme. Le medaglie ballonzolano, perche' gli appartenenti hanno l'andatura spavalda. Le facce degli appartenenti sono penosamente complesse, l'espressione di ciascuna e' creata e suscitata, tramite processi che mi sono oscuri, dalle facce che ha accanto. Queste strutture si intrecciano e si amalgamano, poiche' ancora non hanno cominciato ad azzuffarsi. Ovviamente le facce di quelli che non appartengono sono facce regolabili da Vance Vigoreous, con tanto di occhi neri. Molte di queste facce sono chine, per paura di inciampare su una radice, per paura d'esser viste inciampare su una radice. Sono le facce che non dormono, che dormono male, che dormono sole, e che si sforzano di pensare ad altro quando odono determinati rumori provenire dalla stanza accanto. Intuisco nei giocatori di frisbee, che sto continuando a osservare, un tasso altissimo di non-appartenenza. Le tracce dell'attrezzo sono tenui scie tra un giocatore e l'altro, linee che vengono spazzate e infrante come seta di ragno dal vento dietro i campi sportivi della Memorial Hill. Le facce dei non appartenenti sono le facce instabili che invece sono stabili, le facce auto-definite, le facce definite dal non appartenere a un luogo che e' definito dall'appartenenza. Sono quelle facce che, tutelate e imprigionate, guardano da dietro il filo spinato dei confini della proprio struttura, le facce che sanno che, per la mera grazia di un Dio rinomato per l'arbitrarieta' della sua grazia, sono loro che dovrebbero trovarsi legate e rinchiuse negli sgabuzzini del college. Facce che sono irraggiungibili da cosi' lontano, e che ti guardano attraverso, e che ti classificano in un istante, contro la propria e la tua volonta'."
cit. David Foster Wallace

Evangelisti, Gaiman e DFW

In queste settimane al mare ho letto tre - bei - romanzi, quello che sto leggendo ora e' il piu' incredibile di tutti. Ma andiamo con ordine.

Partenza con Valerio EvangelistiIl Castello di Eymerich, un bel romanzo ma devo dire meno sorprendente degli altri della serie. ***
Eymerich alle prese con i misteri di un castello in cui si susseguono accadimenti strani e di origine oscura, riuscira' con il suo acume e la sua lungimiranza a dipanare la matassa, facendo anche un po' di giustizia, a modo suo.

Intermezzo con Neil GaimanIl figlio del cimitero, adoro i romanzi per ragazzi e questo devo dire che non mi ha deluso - Gaiman non delude mai. Storia avvincente con personaggi affascinanti, consigliatissimo a qualsiasi eta'. *****
Bod (diminutivo di Nobody) arriva gattonando in un cimitero nella notte in cui un misterioso assassino uccide i genitori e la sorella. Cresce nel cimitero, acquisendone poteri e segreti fino al momento di affrontare il mondo. Mondo in cui l'assassino lo sta ancora aspettando.

Sul finale il romanzo che sto leggendo in questi giorni (ho superato la meta' questa notte - impossibile smettere di leggerlo) La scopa del sistema di David Foster Wallace. So di aver scoperto l'acqua calda (non e' la prima volta) ma devo dire che DFW e' unico, sorprendente, trascinante, tanto incredibile da diventare credibile. Personaggi estremamente personaggi descritti e raccontati in maniera superba con una scrittura cosi' originale da rendere DFW davvero unico. *****
Lenore e' alla ricerca della bisnonna 92enne (Lenore) scomparsa dalla casa di cura e nel suo interrogarsi ci fa incontrare personaggi assurdi quanto veri, il padre ricchissimo e padrone di tutta la citta', il fratello genio dal luciferino aspetto che vive di alcool e marijuana, l'altro fratello ancora piu' genio anoressico e fissato con i quiz, un ricchissimo industriale il cui obiettivo e' mangiare a tal punto da occupare tutto lo spazio con le proprie dimensioni, il fidanzato (o no?) geloso ed ossessivo, il pappagallo che inizia - miracolosamente? - a parlare tra il sacro e il - molto - profano ...
Magari ci scrivo un post a parte, meglio.

Il mio compleanno

Compiere gli anni a Ferragosto e' per me un privilegio: e' sempre festa. 
Compiere gli anni in una giornata di festa, per giunta in estate, e' bellissimo, tutti sono allegri, c'e' atmosfera sempre.
Ieri e' stata proprio una giornata speciale, cominciando dalla "Marcetta di Ferragosto", una 10 km non competitiva che ho corso per la prima volta sotto l'ora (non e' un gran risultato in assoluto ma per me e' un traguardo raggiunto) ma soprattutto a venti metri dal termine della gara mi hanno portato Cruscotto e ho tagliato il traguardo con lui in braccio... che emozione. Non c'e' nulla di piu' soddisfacente dello "riuscire" e condividerlo con qualcuno.
A pranzo abbiamo mangiato un po' di tutto tutti insieme, le solite tavolate ragazzi e adulti, Cruscotto con i ragazzi, inutile dire che si e' divertito un mondo.
E poi il gran finale, il Trailman e il Rinci hanno organizzato una sorpresa per tutti, ci hanno detto a che ora trovarci e come vestirci (e truccarci), siamo partiti senza sapere la meta e siamo arrivati a Livorno, al cinema... il cinema a Ferragosto!? 
Ebbene si': ci siamo visti, in una sala totalmente vuota, Grease in sing-a-long version. Noi (dodici in tutto) vestiti piu' o meno a tema, a cantare e ballare (il cinema vuoto e' stato un gran vantaggio, eh), alla fine abbiamo anche chiesto alla donna addetta alla pulizia della sala di farci una foto tutti insieme sotto i titoli di coda. 
Una serata bellissima, degna conclusione di un compleanno emozionante, davvero.

Spi

Sono stanca ma tanto felice, mi godo Cruscotto e anche la corsa, e anche il Rinci e anche la vela, insomma... tutto.
Nella foto (fatta con il telefono, abbiate pieta') lo spi che abbiamo montato per la prima volta ieri: bello e divertentissimo.

Oggi

Oggi ho fatto gli esercizi di matematica per il test di ammissione ad Architettura con la mia pupilla - per la prima volta con il passeggino accanto (e Cruscotto che dormiva) - l'anno scorso con il pancione (e Cruscotto che scalciava continuamente).
Oggi mi sono innervosita per una cosa di lavoro - e poi me la sono dimenticata - un anno fa non sarebbe mai successo, che me la dimenticassi intendo.
Oggi sono andata in barca con la paura e l'ho vinta. Il mare era ondosissimo (si dice?) e tirava un vento di maestrale tremendo, forte forte. Prima di salire ho pensato di dire "oggi proprio non ce la faccio" ma non l'ho detto e sono salita; prima che fosse il mio turno al timone ho pensato di dire "Maestro, oggi proprio non me la sento" ma non l'ho detto, ho preso il timone e ho governato la barca, in un mare difficile e ce l'ho fatta.
Oggi ce l'ho fatta. 
Sono felice di aver un passeggino accanto, un Rinci sempre vicino e sono orgogliosa di me stessa.
Ogni tanto una giornata cosi' ci vuole.

Si (ri)parteeeee

Stiamo per partire per il mare ma questa volta e' per ferie, siiiii.
Ho proprio bisogno di tre settimane di: Cruscotto, amici, campeggio, mare, sole, corse, sabbia, mangiate di pesce, tutto insomma ...

Vi auguro un Agosto proprio come voi lo volete, intanto io a Ferragosto compio gli anni.

A Scuola di Vela

Per i 40 anni del Rinci gli ho regalato un corso di vela, suo sogno da sempre, siccome i soldi sono di entrambi ho pensato che il regalo vero potesse essere farlo insieme; ho sentito un po' di amici, due si sono aggiunti ed eccoci qua: equipaggio formato. 
[La mia amica e' un mito e adesso abbiamo magliette - gialle - e cappellini uguali. Quando ci presentiamo a Scuola ci guardano tutti.]
La vela e' una di quelle cose che non mi interessa particolarmente e di cui ho anche un po' paura.
Per una persona che soffre di attacchi di panico essere in mezzo al mare con la possibilita' di rientrare a terra solo se c'e' vento e se ce la fai a sfruttarlo bene, non e' proprio il massimo.
Eppure mi sono detta "ce la voglio fare".
Sono andata un po' contro alla mia natura e alla prima lezione ho preso il boma in testa (non lo dite a nessuno), ma sono contenta cosi'. 
Sono contenta perche' il Rinci ha sorriso fino alle orecchie quando ha visto che sul buono per il corso c'era anche il mio nome, perche' e' una cosa in piu' da condividere, perche' non sono stata male per niente e il mare aperto mi e' piaciuto, il sole, il vento, gli amici. Sono contenta.
Certo se decide di fare il corso avanzato lo fa da solo, eh.

L'arte di correre - Murakami Haruki

Volevo scrivere tante cose su "L'arte di correre" di Murakami Haruki ma non ho tempo, uffa.
Per cui vi riporto solo qualche stralcio:
"Per il momento la spiegazione mi sembra lontana. In conclusione, cio' che posso dire e' soltanto questo: forse la vita e' cosi'. Forse e' una cosa che dobbiamo semplicemente accettare, a prescindere da ragioni e circostanze. Come le tasse, come i flussi delle maree, come la morte di John Lennon, come un errore dell'arbitro durante i campionati del mondo."
"Con lei (ndr la mia solita natura individualista, cocciuta, ... ), come fosse una vecchia borsa a tracolla, ho percorso molta strada. Non me la porto appresso perche' mi piaccia. E' troppe pesante per me, e nemmeno tanto bella. Qua e la' strappata. Mi sono rassegnato a tenermela perche' non ne ho un'altra di ricambio. E' quella che e', ma le sono affezionato. [...] In altre parole, continuo a portarmi in spalla la mia vecchia borsa. Probabilmente diretto verso qualcosa di poco incisivo. Diretto verso una maturita' taciturna e barocca - o per esprimermi in maniera piu' umile, verso il vicolo cieco dove si arrestera' la mia evoluzione"
Murakami Haruki

Il bicchiere mezzo pieno

E' chiaro che sto male, che soffro perche' Cruscotto e' lontano, ogni tanto - spesso - mi si riempiono gli occhi di lacrime e devo deglutire per non piangere.
Ma, si', c'e' sempre un "ma", a me scoccia essere triste e musona, soprattutto quando sono in mezzo alla gente, tanto piu' in ufficio.

Per farvi capire, quando qualcuno mi chiede "come stai?" io rispondo "bene", sempre, perche', volendo guardare, io sto sempre bene, a volte stanca, a volte tristissima, ma in fondo in fondo sto bene, perche' la mia vita e' meravigliosa, ho due amori grandi, con uno dei quali posso condividere, portare il peso a meta', dell'assenza dell'altro, ho un bel lavoro, una bella famiglia, amici veri, perche' non dovrei rispondere "bene"?

Certo e' che se parlo con un amico, di quelli veri, che magari mi vede con gli occhi lucidi glielo dico che Cruscotto mi manca e che mi sento mancare un pezzo di interiora a stare lontano da lui, ma cerco subito di riacquistare il sorriso perche' la tristezza e la sofferenza vere sono altra cosa e sono altro da me.

Nel nuovo gruppo c'e' una ragazza, che adoro, che e' come me, pur essendo molto diversa, e' solare, aperta, sempre con il sorriso, contenta della vita ed approccia tutti con positivita'.
Sono felice di poter passare le mie ore al lavoro con di fronte una persona cosi', perche' mi aiuta ad essere ancora piu' positiva, anche in tutti i casini che succedono e nei momenti di malinconia.
A volte vedere il bicchiere mezzo pieno e' dura, ma ce la facciamo sempre.
Quando arriva il mercoledi' io penso "domani posso dire domani lo vedo" e mi basta per sorridere, per entrare in ufficio sorridente.
In piu' oggi e' giovedi', quindi, posso dire - addirittura - "domani lo vedo" ... il bicchiere e' sempre mezzo pieno.

Del corso di vela non vi ho ancora parlato, vero? Domani vi racconto... merita!

... quindi tanto vale godersela

"Io posso credere a qualsiasi cosa. Credo in cose reali e in altre che non lo sono e credo in altre cose ancora che nessuno sa se sono reali o no. Credo in Babbo Natale e nel coniglietto di Pasqua e in Marilyn Monroe e nei Beatles, in Elvis e in Mister Ed. Guarda… credo che gli uomini siano esseri perfettibili, che il sapere sia infinito, che il mondo sia nelle mani di un cartello bancario segreto e che gli alieni vengano a trovarci regolarmente, alieni bravi e tutti rugosi che assomigliano ai lemuri e alieni cattivi che mutilano il bestiame e vogliono rubarci l’acqua e le donne. Credo che il futuro sia preoccupante e che un giorno la Donna-Bufalo-Bianco tornerà a prenderci tutti a calci nel sedere. Credo che gli uomini siano soltanto bambini troppo cresciuti con gravi problemi di comunicazione ... Credo che il sapone antibatterico stia distruggendo la nostra capacità di resistenza alla sporcizia e alle malattie e che quindi un giorno verremo tutti annientati da un banale raffreddore come i marziani nella Guerra dei Mondi...Credo che il destino dell’umanità sia scritto nelle stelle. Credo che le caramelle fossero davvero più buone quand’ero piccola, ... Credo in un dio tutto mio che si preoccupa per me e protegge tutte le mie azioni. Credo in un dio impersonale che ha messo in moto l’universo e poi è andato a spassarsela e non sa nemmeno che esisto. Credo in un universo privo di dei mosso da caos, rumore di fondo e una grande fortuna. ... Credo che chiunque sostenga di sapere come va il mondo sia capace di mentire anche sulle piccole cose. Credo nell’onestà assoluta e nella necessità di ragionevoli menzogne sociali. ... Credo che la vita sia un gioco, uno scherzo crudele, e che sia quella cosa che ti capita quando sei vivo, quindi tanto vale godersela."

Neil Gaiman, American Gods

Dipendenze

Cara telefonodipendente che cammini guardando lo schermo del telefonino, digitando frenetica la tastiera, senza curarti di cosa incontri sulla tua strada, vorrei dirti che io, nel caso, mi posso anche spostare, ma un eventuale palo no.

Leggere

Ultimamente ho letto molto, me li segno (prima o poi mi faro' uno scaffale su Anobii ma inserire il pregresso al momento mi spaventa un po'!):

Senza Veli, Chuck Palahniuk **
non mi e' piaciuto quanto gli altri...










Il Corpo ed il Sangue di Eymerich, Valerio Evangelisti *****
bellissimo, atmosfere sempre coinvolgenti












Non avevo capito niente, Diego De Silva ****
ho preferito "Mia suocera beve" ma forse perche' l'ho letto per primo, non so, di sicuro so che adoro Malinconico.










Tutto quello che le mamme non dicono, Chiara Cecilia Santamaria ****
dopo aver letto il libro volevo chiudere il blog, diciamo che e' gia' stato detto tutto?! Fantastico libro per mamme e non, leggero al punto giusto, ironico al punto giusto, insomma... il giusto.









Tutti i figli di Dio danzano, Murakami Haruki ***
racconti surreali al punto giusto.











Kafka sulla spiaggia, Murakami Haruki *****
il mio libro preferito del momento. Appena avro' il comodino vuoto penso che lo rileggero'.










Norwegian Wood, Murakami Haruki ****
come dice un mio amico Murakami e' un poeta, non aggiungerei altro.

il mondo e' bello perche' e' vario, ma non troppo

Quando dico che Cruscotto e' al mare, a 400 km di distanza, con i nonni, le reazioni sono sempre le stesse, le ho catalogate:
padre: "quindi lo hai abbandonato, non ti senti in colpa?"
madre di bimbo sotto i tre anni: "ma come fai? io non ce la farei mai"
madre di bimbo sopra i tre anni: "beato lui"
DINK o single: "e vabbe', usciamo domani sera?"

ovviamente il Rinci ed io abbiamo reclutato tutti gli amici dell'ultima categoria e abbiamo pianificato aperitivi, cene, teatro e concerti per quasi tutte le sere delle prossime tre settimane.

Ciao, bentornata, come stai?

Sono felice perche' il mio lavoro e' bello, stimolante, gia' mi diverto. 
Sono felice perche' il mio team e' favoloso, persone note e facce nuove. Una faccia nuova e' di una giovane ragazza dal sorriso radioso, un gran cervello e la lingua tagliente, caustica al punto giusto, gia' la adoro.
Ho svuotato lo scatolone, sistemato la scrivania, il telefono, inaugurato un nuovo quaderno con una nuova penna. Per ora e' tutto in ordine, vediamo quanto resiste.
Sono triste perche' mi sembra di aver lasciato a casa una parte di me, un pezzo di cervello, un pezzo di braccio, uno di stomaco... Sono triste perche', quando sono al lavoro, un pezzo di me e' lontano 40 km.

Ieri sera mi sono fatta una camomilla, mi sono seduta a fianco al suo lettino, mentre dormiva, aspettando che gli occhi si abituassero al buio, per poterlo spiare, gli occhi non si sono abituati e io ho pianto ascoltandolo respirare.

Secondo voi?

Domani ricomincio a lavorare, dopo 11 mesi, devo lasciare Cruscotto, con mia suocera, che stara' da noi una settimana... il mio umore secondo voi? Ecco.

Mare, mare, mare...

Siamo in campeggio ormai da due settimane, Cruscotto si e' ambientato benissimo e a me manca il Rinci, tanto. 
In queste due settimane, ho fatto tutto e niente, ho corso tanto, ho giocato con il mio piccolo, l'ho lasciato coi nonni andandomene in spiaggia il piu' possibile da sola, mi sono scottata i piedi - solo i piedi - con la protezione 30 (trenta), ho fatto tante foto e letto tanto, da Wired a Murakami. [Adoro Murakami, ma di questo parlero' un'altra volta.]
E lunedi' ricomincio a lavorare... non mi sembra vero. So gia' che rientrero' in un team diverso ma con alcune persone che conosco - tra cui il capo, sono emozionata, un po' primo giorno di scuola, un po' ritorno tra amici, non pensavo sarei stata cosi' piacevolmente tesa e, come si direbbe in teatro, ... Merda. Merda. Merda.

Lettera #1

Caro Ranocchio, questa e' la prima lettera che ti scrivo qui sul blog, la scrivo oggi perche' e' un giorno importante.
Oggi e' l'ultimo giorno di "noi", noi due da soli insieme.
Da domani saremo al mare coi nonni - e senza il babbo - e poi starai al mare un po' con i nonni, senza mamma e papa', perche' devo ricominciare a lavorare. Abbiamo pensato che sia meglio per te stare al mare coi nonni che all'asilo in pianura dove fa caldo e ci sono le zanzare; ci aspettano due mesi diversi e che, forse, saranno un po' difficili, di sicuro per la mamma che ancora non lo sa se ce la fa a stare lontano da te. Ma poi arriva Agosto e staremo insieme, io, te ed il babbo, e facciamo la famigliola felice come facciamo ora con i balli a tre, in cui tu stai stretto in mezzo fra noi, e i bacetti stereo, babbo su una guancia ed io sull'altra, a ripetizione.
Sono gia' passati nove mesi, nove mesi in cui abbiamo riso e abbiamo pianto, a volte insieme, a volte tu piangevi ed io cercavo di farti ridere ridendo, o cantando. Io piango anche ora, mentre scrivo, perche' e' davvero difficile chiudere un capitolo cosi' bello, e poi tu lo sai che la mamma si commuove sempre, no?
Sono stati nove mesi meravigliosi ed indimenticabili, nove mesi di te e di me, di biberon, pappe e pannolini, di occhi negli occhi, di stare abbracciati, di bacetti sulla pancia, morsini sui piedi e risate di pancia.
I singoli giorni di questi nove mesi svaniranno dalla nostra memoria, tua e mio, ma non dai nostri cuori, di sicuro non dal mio.
Adesso stai dormendo, starei tutto il tempo a guardarti mentre dormi, da quando eri piccolo piccolo, mi piace guardarti dormire, sei un bambino meraviglioso e la tua mamma e' davvero felice.
Ti voglio bene.

Disarmanti

Al nastro dei bagagli.
Bimbo: "Papa', perche' il nastro si e' fermato?"
Papa': "Non lo chiedere a me."
Bimbo: "Mamma, perche' il nastro si e' fermato?"

L'altra sera a cena con la fintasorella ed i fintinipoti.
Il Grande (6 anni): "Zia, ma tu che lavoro fai?"
Io: "Faccio un lavoro che ha nome difficile, project manager, ma e' semplice semplice, praticamente a qualcuno viene un'idea ma non sa come realizzarla allora viene da me ed io cerco le persone che la possono realizzare e tutti insieme facciamo in modo che sia proprio come la vuole lui."
Silenzio.
Il Grande: "Mamma, che lavoro fa la zia?"

Corri Forrest, corri

Nel corso della mia infanzia e poi adolescenza io sono stata una di quelle brave, intelligente e brillante, insomma mi riusciva tutto - e bene -  cosi' e' cominciato ad essere "normale" che le cose andassero in un certo modo, i voti alti e tutto il resto, nessuno l'ha mai messo in dubbio e non ho mai ricevuto molte lodi, dal momento che era perfettamente naturale. Data la mia passione per la musica un po' alternativa, ai tempi dell'Universita' ho cominciato a lavorare in una radio, ero brava, ho una bella voce - a detta di chi ascoltava - volevo fare la doppiatrice.

Poi a ventitre anni ho cominciato a stare male, mi sono sottoposta a tutti i tipi di esami: cuore, niente, cervello, niente, sangue, niente. Finche' un neurologo emette la sentenza: "attacchi di panico", per me non era accettabile, io, quella forte, indipendente, la "prima", non potevo soffrire di qualcosa che non fosse una malattia vera (adesso so che e' una malattia vera ma, ai tempi, non lo volevo accettare). 
Sono stata diversi mesi chiusi in casa per paura di uscire, ho smesso di fare tutto, sono crollata insomma, quella vita li' di eccellenza e il fare tantetante cose mi avevano consumata.
Quando comincio a riprendermi un'amica mi dice "e' inutile che dici a tutti che farai la bassista o la doppiatrice, non farai mai niente, perche' hai troppa paura di fallire."
Insomma: una mazzata dietro l'altra, ma mi ha messo di fronte alla realta': essere sempre brava mi ha creato un sacco di complessi, ero terrorizzata di non riuscire in qualcosa e deludere tutti (prima gli altri ovviamente e poi me stessa). Suonare uno strumento, recitare, certi sport, erano tutte esperienze che evitavo. 
Poi sono cresciuta, a poco a poco ho imparato a convivere con le mie debolezze, tra le quali gli attacchi di panico, ho capito che non posso essere sempre "quella brava" e ci ho guadagnato.
E parecchio.
Mi sono finalmente iscritta ad un corso di teatro, so di non essere brava e che non faro' mai l'attrice, ne' la doppiatrice ma mi piace studiare, mi piace mettermi comunque in gioco lasciando che siano gli altri a brillare. Le emozioni che mi ha regalato recitare, anche senza essere la protagonista, sono incredibili.
E ho cominciato a correre.

Correre e' la mia psicoterapia, quando corro penso e ripenso, mi analizzo, analizzo la giornata, faccio la lista delle cose da fare, ripercorro i momenti no, sudo e mi sfogo. 
Quando corro, la notte dormo come una bambina.
Non sono brava, non e' proprio il mio sport, prima della gravidanza, al massimo della forma, 10km li facevo in un'ora (i runner dilettanti un po' seri li fanno in 40/45 minuti, anche meno quelli bravibravi), ma chissenefrega e poi... sono comunque 10 km!
Io adoro correre e corro comunque anche se, quando faccio le gare, arrivo appena prima dell'ambulanza.

Da qualche settimana ho ricominciato a correre (post gravidanza ed allattamento) ed e' una delle cose che mi fa piu' capire che sto riprendendo in mano la mia vita e che ce la posso fare. 
Certo sto sempre a controllare i tempi perche' e' nella mia indole voler migliorare sempre un pochino ma cerco di non essere troppo severa con me stessa.
Avete presente quando Forrest Gump comincia a correre e corre, corre, corre, ecco io lo capisco, la sensazione di testa leggera e le gambe che vanno e' davvero meravigliosa.

Roma e' sempre magnifica

Siamo stati a Roma, il Rinci ha compiuto i suoi quarant'anni, festeggiati con un bbq buonissimo - ho un cognato inglese/sudafricano che fa un bbq spe tta co la re! - e tanti amici.
Sono felice quando vediamo gli amici di Roma perche' mi hanno fatto sentire una di loro dal primo giorno e so che il giorno che ci trasferiremo la' avro' gia' tante persone a cui voler bene e che mi vogliono bene.
E poi i romani sono la fine del mondo.

Ma soprattutto ci siamo stati in aereo, primo volo di Cruscotto che e' stato, neanche a dirlo, bravissimo, non ha pianto mai, rugnato mai, ha riso, giocato, scherzato con la ragazza seduta accanto a noi all'andata e con la hostess - gentilissima - al ritorno.
Una mia amica un giorno mi ha detto "ma avete pagato per avere un bambino cosi' bravo, vero?!", in realta' no, giuro, ma tant'e', Cruscotto e' fantastico.

La compagna di stanza

Dopo un po' che e' nato Cruscotto mi hanno riportato in stanza e li' ho trovato B, la mia compagna di stanza per i successivi otto - lunghi - giorni.
La compagna di stanza dell'ospedale (se e' uno di quegli ospedali in cui il bimbo te lo lasciano giorno e notte) quando nasce un pupo e' fondamentale, si condivide tutto, la gioia, il primo pannolino cambiato, i pianti dei rispettivi figli e i pianti del figlio dell'altra, i giorni, le notti ma soprattutto si condividono i dubbi e le paure, tutto, tuttotutto.
B e' brasiliana quindi tutto quello che dice e fa lo fa con il sorriso ed e' stato magnifico.
Abbiamo passato la prima  notte da sole (il mio in culla termica, il suo, nato quattro ore prima di Cruscotto, in osservazione) a cercare di dormire, senza riuscirci, e a ripercorrere il parto, al buio, sdraiate sul fianco, ci scambiavamo impressioni, ridendo (l'adrenalina ti fa fare cose incredibili!) poi stavamo un po' in silenzio, a pensare e poi di nuovo a chiacchierare, che notte indimenticabile. Mi sono sentita subito meno sola.
Per problemi diversi sia Cruscotto che Angioletto sono dovuti rimanere piu' di una settimana in ospedale e noi con loro, siamo rimaste insieme, con le nostre paure ed ansie a condividere tutto, dentro a quei sorrisi aperti e sinceri di B.
Sono passati quasi nove mesi, Cruscotto ed Angioletto crescono e noi a tempestarci di telefonate "ma anche Angioletto fa questo o quello?" "sai gli orari dell'inps?" "denti? niente!" "Angioletto gattona, ma tu stai tranquilla che ho chiesto alla mia pediatra e mi ha detto che anche se Cruscotto non gattona ancora fa niente, ogni bambino cresce a modo suo".
Ogni tanto ci vediamo anche, i due pupi cercano di interagire, poco in realta', ma noi almeno possiamo chiacchierare guardandoci negli occhi. 
Se si abbassa un po' la temperatura, oggi pomeriggio li portiamo al parco, perche' io Angioletto gattonare non me lo voglio perdere, e poi Cruscotto ha cominiciato con "deddedde deddede" e devo farlo sentire a B.

il numero due, anzi tre

Stanotte non ho dormito, quando non dormo penso e se penso mi parte la logorrea, vedete voi se vi va di leggere tuttotutto.

La settimana scorsa parlavo con mia madre della prossima estate e le ho detto che, se tutto va secondo i piani - il che e' impossibile, lo sappiamo tutti - l'anno prossimo in questo periodo dovrei essere di nuovo in attesa; lei e' rimasta un attimo seria e poi mi ha detto "hai una casa che vola via (ndr. tipica espressione gergale di queste parti) gia' adesso, figurati con due e Cruscotto che sara' piu' grande" e io le ho risposto "perche' secondo te a me importa che la casa sia in ordine?!".

Apro parentesi.
Ed e' vero io sono un po' una disordinata cronica e quindi se devo scegliere tra giocare con Cruscotto - ndr. il numero due - o farmi un riposino o una corsa e sistemare casa... beh, scelgo sempre di non sistemare, mi godo l'attimo insomma e chissenefrega della casa (beninteso che sto parlando di ordine e non di pulizia, ovvio che la casa e' pulitissima, ma l'ordine... beh, non pervenuto).
Chiudo parentesi.

Pero' poi ci ripenso alle cose e da brava Project Manager comincio a fare la lista dei pro e dei contro.
Pro: ho una certa eta', quest'anno sono 38, l'anno prossimo quindi sono 39, i quaranta (lo scrivo in lettere fa meno impressione) si avvicinano paurosamente, e poi metti che non arriva subito, con Cruscotto abbiamo aspettato 3 anni e mezzo... Quando saranno grandi saranno in due e non Cruscotto da solo (come me che non amo la mia condizione di figlia unica). Se sono piccoli insieme e' piu' bello sia per loro che per noi. ...
Insomma i pro ci sono e i contro?
Non so se saro' in grado, considerando anche il lavoro, di dedicare loro del tempo di qualita'.
Ma, soprattutto, siamo proprio sicuri di voler far nascere un altro bimbo in questo mondo, proprio questo qua? Che vita e che futuro gli stiamo donando?

L'unica cosa di cui sono certa e' che avranno un papa' eccezionale - il numero uno - questo mi spinge ad andare avanti e ad avere fiducia: noi due.

Roma... arriviamo

Partiamo per il fine settimana a Roma, prima volta in aereo per Cruscotto, prima volta che per partire per un week end abbiamo una valigia da imbarcare, primi quaranta anni del Rinci che domani sara' festeggiato alla grande da amici e famiglia.
Ho anche messo lo smalto rosso (piedi e mani) ... un fine settimana a Roma mi sembra un evento speciale dopo gli ultimi otto mesi e pensare che per cinque anni l'abbiamo fatto una volta al mese senza problemi, buttando due cose in un trolley... si cresce e si cambia - che bello!

Incipit

Ubik inizia cosi':
"Alle tre e trenta del mattino del 5 giugno 1992, il miglior telepate del Sistema Solare scomparve dalla mappa situata negli uffici della Runciter Associated a New york City. Cio' fece squillare i videofoni. L'organizzazione Runciter aveva perso le tracce di troppi psi di Hollis nel corso degli ultimi due mesi; questa ulteriore sparizione non ci voleva"

La Fine dell'Eternita' cosi':
"Andrew Harlan entro' nel veicolo sferico inserito in un pozzo verticale fatto di sbarre regolarmente distanziate, che piu' in alto, a circa due metri sulla sua testa, sembravano tremolare in un alone sfocato. Harlan mise in moto i comandi e aziono' la leva d'avviamento, facendola scivolare facilmente."

Fahrenheit 451 cosi':
"Era una gioia appiccare il fuoco."

Neuromancer cosi':
"The sky above the post was the color of television, tuned to a dead channel."

Philip K Dick vs Isaac Asimov

In uno dei miei momenti in astinenza da libri ma soprattutto in astinenza da nuovi autori/emozioni, mi imbatto in un post su un forum dal titolo "il piu' bel romanzo di fantascienza di tutti i tempi", leggo le opinioni di tutti e mi segno i libri non letti e citati spesso.

Finalmente li ho letti tutti, l'ultimo non mi riusciva proprio di trovarlo, ed ora posso stilare la mia personale classifica e dire che il piu' bel romanzo, di sci-fi, di tutti i tempi, per me e' ... non lo so.
Perche' e' difficile difficile: non entra in classifica il Ciclo della Fondazione che e' molto piu' che un romanzo, scarto Silverberg, perche' mi risulta sempre un po' ostico in lettura pur avendo idee bellissime, Sterling, uhm... Bradbury? Amo Fahrenheit 451 alla follia ma proprio il numero uno non lo so... E poi c'e' Gibson, non saprei neanche scegliere un romanzo talmente e' innovativo tutto il suo mondo... uff. E Dick? Impossibile scegliere, ancora.
Batti, combatti e controbatti alla fine la mia classifica fa cosi':
primo Ubik di P.K.Dick a pari-merito con La Fine dell'Eternita' di I. Asimov
secondo Fahrenheit 451 di R.Bradbury
terzo Neuromancer di W.Gibson.

Ecco, ce l'ho fatta.

Se non avete letto La Fine dell'Eternita', ve lo consiglio, e' geniale, si pone al di fuori ed al di sopra dei Cicli, e' davvero una chicca sorprendente, pero' avrei un appunto da fare ad Isaac: il finale e' preannunciato dal titolo... nun se fa, eh.

Dell'Amicizia e ...basta

Ci siamo viste, abbiamo passeggiato, ci siamo raccontate i nove anni trascorsi l'una senza l'altra. 
Un pomeriggio da incorniciare.

Ad un certo punto, mentre lei raccontava, al suono della sua voce cosi' familiare, davanti al suo sorriso cosi' aperto e sincero, mi sono sentita bene ed ho capito perche' eravamo cosi' tanto amiche, perche' le ho voluto cosi' tanto bene, e' semplice: io con lei sto bene.
Non sempre mi sento serena io e ci sono poche persone al mondo che mi fanno sentire cosi', ora posso (ri)aggiungere anche lei alla lista.
Sono contenta che proprio lei abbia fatto parte della mia vita, e cosi' intensamente, e sono davvero felice di averla di nuovo con me. Ed io con lei.

ma... ma... ma...

Perche' tutto quello che ho scritto e pubblicato ieri non c'e' piu'?
Che t'e' successo, oh Blogger?

to work or not to work

Undici anni fa facevo la prof alle superiori, mi piaceva lavorare con i ragazzi, tantissimo, sanno dare cosi' tanto - a modo loro, ovvio. 
Un giorno mi chiama un'Azienda offrendomi un lavoro, accetto, pensando che sarei tornata ad insegnare al primo figlio - non voglio fare un figlio per non vederlo mai, mi dicevo - e che se non facevo l'ingegnere a ventisei anni non l'avrei fatto piu' e che per fare l'insegnante potevo aspettare i cinquanta, insomma un sacco di buone motivazioni.
Poi e' successo che mi sono innamorata del lavoro che ho, che mi permette di stare tutto il giorno in mezzo a persone brillanti, a volte e' creativo a volte c'e' solo da mettere a posto casini, ma mi piace, mi piace la frenesia dei giorni prima di un lancio, l'attenzione dei giorni dopo, il caffe' alla macchinetta a parlare di filmlibriteatro, gli aperitivi per festeggiare i compleanni, la collega che il lunedi' mattina porta la torta, mi piace persino mettermi il tailleur ed essere carina - a scuola andavo con i jeans e gli anfibi. Insomma mi piace tutto del mio lavoro. 

Ma c'e' un ma, ve lo aspettavate, eh?

Adesso c'e' Cruscotto e io ogni giorno lo sto a guardare per ore sapendo che tra un mese e mezzo dovro' ricominciare a lavorare e mi perdero' tutte le piccole cose che fa ogni giorno, la pappa, tutti i giochi, i versi che fa ai gatti, anche il bagnetto la sera e sono cosi' triste.
Mi prende una cosa dentro qui sopra lo stomaco che non riesco a far sparire.

Perche' per fare bene un lavoro come il mio ci sono giorni in cui si lavora dodici ore al giorno, periodi in cui il telefono suona anche il sabato e la domenica ed il pc e' sempre acceso. Perche' non si puo' avere un lavoro gratificante ed avere un figlio? Non e' per i soldi a fine mese ne' per la carriera, no, e' avere un lavoro stimolante che mi fa sentire viva intellettualmente, che mi fa sentire in gamba. 
Come si fa? 
Sia chiaro, si puo', si puo' tutto, basta lasciare il pupo ai nonni o alla baby sitter ma ... come si fa?

E questa cosa allo stomaco che non se ne va...

Dell'Amicizia mancata

Prima di conoscerci io ed il Rinci non ci conoscevamo, che, detta cosi', sembra un po' una tautologia, ma e' proprio vero. Lui nato e cresciuto a Roma, io in una provincia del nord ma proprio provincia provinciale, per dire, il Batterista lo conoscevo gia' prima che me lo presentassero perche' i nomi son sempre gli stessi e l'amico dell'amico dell'amico, insomma... avete capito.
Il Rinci non conosce ne' tante persone del mio passato ne' tante persone della citta' in cui viviamo, per cui ogni tanto gli capitano in mano delle foto e mi chiede "chi e' questa?" oppure "chi e' 'sto tipo? non l'ho mai visto" e io a dirgli che e' una con cui non mi parlo piu' perche' non andava d'accordo con il Batterista, oppure e' un amico che non vedo piu' e non so perche', oppure ancora era un mio amico ma da un giorno all'altro ha smesso di esserlo
E una, e due, e tre volte, mi sono resa conto che le persone della mia vita che sono etichettabili come ex amici sono tante, troppe, forse, o forse no, non lo so ma non mi sta bene. Alcune non mi importa, altre invece mi mancano, mi sono mancate in periodi precisi e, per alcuni, non so neanche il perche' non ci sono piu'.
Forse sono semplicemente una persona cattiva, non sono una buona amica e allora finisce cosi', finisce che ci si perde, che non ci si saluta piu' per strada, non so, forse. Mi chiedo davvero se sono una cattiva persona al punto che non ne vale la pena.
Ho contatto l'amica che mi e' mancata di piu' in assoluto, quella che era proprio come essere fidanzate e sabato ci vediamo, e magari lo chiedo a lei, o magari no, passiamo il giorno a chiacchierare e basta.

Il Teatro ed il Sexuan

Un anno fa eravamo tutti in panico totale per il saggio di recitazione (L'Anima buona del Sezuan di Bertold Brecht)
Lo spettacolo non era bello, o meglio a noi non piaceva e quindi eravamo tutti preoccupatissimi. In realta' lo spettacolo era bello e se solo noi avessimo smesso di pensare, ce la saremmo goduta, ci saremmo divertiti di piu' e lo spettacolo sarebbe stato bellissimo. 
Perche' parlo al plurale, beh, perche' il teatro e' una strada che si fa insieme e l'anno scorso io ho avuto la fortuna di avere dei compagni di viaggio magici, persone meravigliose in tutto, le animacce del Sexuan.
Mi ricordo il primo incontro, la piu' piccola sedici anni, il piu' grande sessantacinque, l'insegnante e lo studente, il manager e l'impiegato di banca, il tecnico e quella che fa mutande, c'erano proprio tutti, sotto lo sguardo attendo di quegli occhi azzurri che illuminano la nostra maestra, le animacce del Sexuan appunto.
C'e' una frase di Eugenio Barba che dice:

Il teatro può essere un luogo dove vale la pena di vivere a lungo perché permette di restare in punta di piedi. E' la tensione per affacciarsi oltre i limiti. 
Credo che se continuo a fare teatro e' perche' esso mi permette di incontrare uomini e donne che non si sentono a proprio agio nelle loro condizioni e continuano ad alzarsi in punta di piedi come se un giorno potessero volare.

Ed e' esattamente cosi', il teatro e' meraviglia, e' gioia ed e' emozione, e' tristezza, rabbia, concentrazione, azione e reazione, il teatro e' il teatro.

Ma soprattutto il teatro mi ha lasciato le animacce, alcune le sento ancora, altre no ma loro, le animacce del Sezuan, ci sono state in quel momento li', hanno fatto parte della mia vita in un periodo molto speciale - come lo e' la gravidanza - e non le dimentichero' mai, mi hanno lasciato una cosa tangibile, piccola cosa, dura e semplice dentro l'anima. 
A volte penso che e' corretto non rivedersi piu' perche' tutto fa parte di quel pezzo di vita la', come di un sogno o di un film, altre volte invece, come oggi, mi mancano da morire e vorrei averli tutti qua intorno a me, seduti in terra, a guardarci negli occhi.

C - la vita non e' quello che credi. e' un'acqua che i giovani lasciano colare senza saperlo, tra le loro dita aperte. chiudi le tue mani. chiudi le tue mani, fai presto. trattienila. vedrai, diventera' una piccola cosa dura e semplice che si sgranocchia, seduti al sole. ti diranno tutti il contrario perche' hanno bisogno della tua forza e del tuo slancio. non ascoltarli. ... ... lo imparerai anche tu, troppo tardi, la vita e' un libro che si ama, e' un bambino che gioca ai tuoi piedi, un arnese che si tiene bene in mano, una panchina per riposarsi la sera davanti a casa. mi disprezzerai ancora, ma scoprire questo, vedrai, e' la consolazione derisoria di invecchiare, la vita, non e' forse comunque che la felicita'.
A - la felicita'...
C - una parola misera, eh?
Anoiulh 

L'Oasi

A Pasquetta siamo stati all'Oasi di Sant'Alessio.
Le immagini spiegano meglio delle parole e quindi lascio alle foto della giornata il compito di raccontare quanto e' stato bello e quanto siamo stati bene.

browser

ho appena scoperto che il mio blog visto con Explorer non e' un granche' (anzi e' proprio brutto), io l'ho creato con Chrome e vi assicuro che con questo browser e' bellissimo.

La Maraviglia

Cruscotto ha visto il mare e ha giocato con la sabbia.
Quanti sospiri e che sguardi intensi.

Una cosa l'ho capita, la maraviglia ai bimbi non si insegna - sciocca io a pensarla cosi' -, da loro la si impara.

Liberi Tutti!

dall'uomo che non e' padrone del suo giorno, da tutti quelli che inquinano il mio campo...



E campeggio sia...

Si parteeee

E domani si parte, andiamo al mare, al solito campeggio (cliccare qua e la' sulle parole e anche un po' qua per leggere di ricordi vecchissimi) e non vedo l'ora, so gia' che fara' freddo, che forse piovera' ma lo stesso non vedo l'ora.
Perche' a Pasqua ci saranno gli amici, perche' Cruscotto e' stato li' quando era nel mio pancione e voglio vedere se se lo ricorda, perche' voglio sentire l'odore del mare, vedere la spiaggia vuota, il campeggio che comincia a riempirsi piano piano, perche' voglio andare a correre in pineta, sedere Cruscotto sulla sabbia e vedere che fa, sentire la parlata toscana, prendermela con calma, insomma... ci prendiamo questi quattro giorni e facciamo il pieno di tutto.

Adorare Malinconico

"Per cui, al diavolo la retorica della vita che vale la pena anche quando e' sofferenza. Io, se posso, la sofferenza la evito." pag. 281
Che detto da uno che di nome fa Malinconico e' tutto dire, eh...

Siccome mi e' un sacco piaciuta la sensazione descritta qua, ho deciso di continuare con romanzi normali ed ho scoperto Diego De Silva - eh brava, direte voi, hai scoperto l'acqua calda - l'ho scoperto tardi lo so, ma adesso lo adoro.

Ho cominciato con Mia Suocera Beve (perche' il primo non l'ho trovato in libreria) e mi e' piaciuto moltissimo, ironico, leggero, ma non troppo, da ridere, ma non troppo, insomma il giusto equilibrio fra tante cose molto belle. Vincenzo Malinconico e' un personaggio di quelli in cui un po' ti immedesimi e un po' lo ami per quanto e' unico e lontano dal consueto, io lo adoro.

"Tutto questo, ci piaccia o no, dipende dal fatto che la bellezza e' un tipo di verita', e non vuole bugiardi intorno." pag. 277

Record Store Day: i miei dischi nuovi

Sabato scorso era il Record Store Day, per festeggiare sono andata nel mio negozio di fiducia e ho comprato l'ultimo dei Marta sui Tubi e l'ultimo di Caparezza.

Caparezza non ho ancora avuto modo e tempo (d'accordo che Cruscotto dorme molto ma, insomma, non cosi' tanto), ho dato la precedenza ai Marta e, devo dire, non mi hanno deluso.

Carne con gli Occhi e' un bel disco ricco di canzoni molto diverse nel ritmo e nel tono, come sempre c'e' molta ironia e io per questo li adoro - "Camerieri" e' davvero da ridere anche se si conclude con una frase molto seria e molto vera
"Non si, non si dovrebbe dare da mangiare a chi non ha piu' fame."

Nel video uno dei miei pezzi preferiti del disco.

Scusi, dov'e' l'ufficio Sensi di Colpa?

Io, di norma, mi sento in colpa. Per ogni cosa.
Mi sento in colpa se, per pigrizia, butto il vasetto dell'omogeneizzato nei rifiuti normale invece di lavarlo-aspettare che asciughi-buttarlo nel vetro, quindi mi sento in colpa perche' gli do' l'omogeneizzato; se dal parrucchiere - ci vado ogni quattro mesi - decido di farmi stirare i capelli - sono un po' lunghi - mi sento in colpa per chi e' in coda dopo di me e dovra' aspettare. 
Adesso mi sento in colpa perche' a Settembre dovro' mandare Cruscotto al nido e, allo stesso tempo, mi sento in colpa perche' a Giugno, invece di mandarlo al nido, lo lascero' al mare con i nonni: quale madre lascia il proprio figlio di dieci mesi a quattrocento chilometri di distanza? 
Insomma, io, nella vita, soprattutto mi sento in colpa, qualcuno sa come si smette?

Comprendere

'Comprendere… Voi non avete che questa parola, in bocca, tutti, da quando ero piccola. Bisognava comprendere che non si può giocare con l’acqua, l’acqua bella che fugge, fredda, perchè così si bagna il pavimento, e con la terra, perché così ci si sporcano i vestiti. Bisognava comprendere che non si deve mangiare tutto in una volta, dare tutto quello che sia ha in tasca al mendicante che incontri, correre, correre nel vento fino a che non si cade per terra, e bere quando sei accaldato, e fare il bagno quando è troppo presto o troppo tardi, ma non quando se ne ha semplicemente voglia! Comprendere. Sempre comprendere. Io non voglio comprendere. Comprenderò quando sarò vecchia. Se divento vecchia. Non ora.'
dall'Antigone di Anouilh

Passeggio e Passeggino

Sabato mattina, direzione mercato, passeggino, cappellino, tutto pronto, ad un certo punto della passeggiata - il mercato dista un chilometro e mezzo da casa - non riusciamo ad attraversare sulle strisce perche' una signora posteggia l'auto davanti allo scivolo (con la Smart che, io dico, la posteggi ovunque, proprio sulle strisce la devi lasciare?), le faccio notare che non si posteggia davanti allo scivolo e lei mi risponde, in prima battuta "devo andare due minuti dal panettiere" allora le dico che cosi' non riesco a scendere con il passeggino e lei mi risponde: "cos'e' un vigile lei?" e se ne va.

Ecco, la maleducazione e' una cosa che mi da' sempre fastidio ma quando poi non me l'aspetto mi lascia veramente senza parole.

Trovare un'auto sulle strisce o sul marciapiede mi e' capitato spesso, praticamente ogni volta che esco con il passeggino devo percorrere qualche tratto in mezzo alla strada per colpa delle auto e non lo trovo giusto, piu' che altro non lo trovo civile. Non abito in una metropoli ma in una piccola citta' dove si trova sempre posteggio un po' piu' in la', certo magari devi fare cento metri a piedi, ma non mi sembra un grande sforzo.

Qualche volta mi piacerebbe portare con me dei post it con il disegno di un passeggino e lasciare un memo sul finestrino dell'auto, cosi' che al suo ritorno l'autista si renda conto, ma poi penso: "gliene importerebbe qualcosa?" e lascio perdere.

Facevamo che io ero il re e tu la regina

A Cruscotto piacciono un sacco i pupazzetti e le voci, quando e' sul seggiolone nascondo la mano di fianco e dal bordo faccio uscire l'indice che diventa subito Gino il ditino, con la sua vocina stridula e tante domande per il mio piccolo. Cruscotto lo afferra e ci gioca, ride tantissimo sia quando parla che quando, dopo averlo afferrato, Gino gli fa solletico nel palmo della manina.
Ieri sera mi sono accorta dandogli la pappa che ogni tanto osservava la mia mano e rideva sonoramente, ebbene si', Cruscotto sa benissimo che Gino e' il mio dito e che sono io a fare la vocina, ma lo fa ridere lo stesso perche' si immedesima nel gioco, perche' riesce a vedere un nuovo amico anche se guarda solo il dito della sua mamma.
E mi torna in mente l'insegnante di recitazione del secondo anno che ci diceva sempre: "osservate i bambini, quando giocano e dicono adesso io sono il re e tu la regina, lo diventano sul serio" ed e' cosi', la loro fantasia e' davvero incredibile ma, soprattutto, invidiabile.
Mi manca un po' il teatro per questo, per la possibilita' di essere un'altra storia, magari in un altro tempo e luogo pur rimanendo me stessa, ma poi gioco con Cruscotto e mi accorgo che non serve il teatro, basta mettersi in gioco e ... giocare.

La ragazza con l'orecchino

In questo ultimo viaggio mi e' stata recapitata a mano una lettera - si', di carta - bellissima, una di quelle lettere che quando le ricevi dici: "me la leggo dopo, con calma, da sola perche' me la voglio godere e perche' so che piangero'". Ovviamente cosi' e' stato, mi sono molto commossa a leggere quello che pensa di me questa ragazza meravigliosa, la mia pupilla.

L'estate scorsa mi sono trovata, tra un esercizio di matematica e l'altro, a discorrere moltissimo con una ragazza meravigliosa con degli occhi grandi ma con uno sguardo come a dire che gli servirebbero occhi ancora piu' grandi tanta e' la fame di vedere, sapere, provare, conoscere.
Non so quanti di voi abbiamo la fortuna di discutere con continuita' con una persona di diciotto anni, beh, a me e' rinata la speranza, ho visto il fuoco risplendere nei suoi occhi, ho sentito la pietra nella fermezza delle sue idee e parole ma ho visto anche l'acqua cheta (!) nell'ascolto attento.

A Settembre in una telefonata dopo la nascita di Cruscotto si parlava di scuola ed occupazione e mi disse: "non mi piace che stiamo chiusi a scuola, li' non ci vede nessuno, mi piacerebbe andare a fare lezione in piazza Santa Croce, li', il primo giorno niente, il secondo niente, ma al terzo giorno qualcuno ci chiedera' perche' siamo li', no?!".

Ecco, io sono fortunata ad avere un'amica cosi', a poter leggere le sue poesie e a poter ascoltare cosa pensa lei di noi grandi e del futuro, ma a tutto il mondo vorrei dire: la prossima volta che incontrate un ragazzo con il piercing alla lingua, non alzate gli occhi al cielo, abbassateli invece, fermatevi, toglietevi il cappello e ascoltate, ci si guadagna.

Shakespeare: la forza delle parole

Margherita: [...] Edoardo tuo figlio, che ora è principe di Galles, per Edoardo mio figlio, che era principe di Galles, muoia nella sua gioventù di uguale intempestiva violenza! Tu stessa che sei regina, per me che fui una regina, possa tu sopravvivere alla tua gloria, come me infelice! A lungo possa tu vivere per piangere la perdita dei tuoi figli. E vedere un'altra, come io ora vedo te, rivestita delle tue insegne, come tu sei insediata nelle mie! A lungo prima della tua morte muoiano i tuoi giorni felici; e, dopo molte prolungate ore di pena, muori non più madre, né sposa, né regina d'Inghilterra. [...] Io prego Iddio che nessuno di voi possa vivere la sua età naturale, ma l'abbia tronca da qualche imprevisto accidente!

Il Primo Viaggio

Siamo tornati domenica sera dal nostro primo viaggio in tre, esperienza unica, nove giorni intensi e divertentissimi.

Siamo partiti con la macchina carica che sembrava un trasloco e con un'ora di ritardo sulla tabella di marcia ma appena arrivati alla prima destinazione - tappa sulle colline intorno a Firenze nel B&B di un amico - ci siamo subito rasserenati: appena scesi dall'auto, davanti a quattro persone totalmente nuove, Cruscotto ha cominciato a sorridere e ridere e ha smesso solo il giorno dopo quando siamo ripartiti.
Poi una settimana a Roma dai nonni e, tra visite di amici e parenti, ha conosciuto tantissime persone ed e' sempre stato gioviale, simpatico e buonissimo.
Al ritorno ancora tappa a Firenze a casa di altri amici con festicciola per la prima Festa del Papa' per il Rinci, ancora tanta gente nuova e Cruscotto sempre piu' contento.

Insomma bilancio positivissimo, Cruscotto adora le persone, i bambini e ancora di piu' gli animali, vederlo stupito e contento e' una sensazione bellissima, con quella bocca sempre aperta e gli occhi spalancati, adorabile.

Finalmente: Let England Shake

Finalmente ho avuto modo di ascoltare l'ultimo di PolliGina e devo dire che mi piace.
Mi piacciono i suoni, sempre nuovi, che riesce a trovare, e le atmosfere, ogni disco trasporta in un posto differente.
Forse è solo tra un disco e l'altro si cresce entrambe, non so ma devo dire che la ascolto sempre con orecchie diverse e la cosa mi piace. Non si sa mai come si esce dall'ascolto di un disco nuovo di quella che ormai da più di quindici anni - fa meno impressione che dire "quasi vent'anni" - è la mia cantantessa preferita.

E poi c'è questa... ed io non riesco a togliermela dalla mente.

Ti voglio insegnare

Da quando è nato Cruscotto, il Rinci ed io abbiamo cominciato a stilare, sulla mia Moleskine rossa, la lista delle cose che gli vorremmo insegnare.
La riporto anche qui così la conserviamo (da buon ingegnere prevedo sempre un back up).
Ovviamente la lista è in divenire, non si finisce mai di insegnare, no?!

Lista della mamma:
  • mettersi nei panni degli altri
  • "bussare prima di entrare"
  • non urlare
  • sorridere
  • la gentilezza e l'essere gentili
  • stare in ascolto, di tutti, a prescindere dalle loro idee
  • il rispetto degli altri, tutti e delle donne, tutte
  • lo stupore e la maraviglia
Lista del papà:
  • andare in bicicletta
  • le donne
  • gli sport... oltre al calcio c'è di più
  • aiutare chi ha bisogno, chi ha meno di te
  • la Natura

Sweet Sixteen

In queste settimane ho avuto modo di incontrare persone che non vedevo da tempo (alcuni da più di vent'anni... e realizzarlo mi ha fatto sentire più che vecchia, mi ha fatto sentire un po' sciura).
Persone che ho incontrato per la prima volta a quattordici, sedici anni e siamo diventati amici, ma amici come si può essere solo a quell'età, quell'amicizia fatta di lettere, bigliettini ogni giorno, telefonate chilometriche, quell'amicizia lì.
Quelle stesse persone le ho incontrate adesso e siamo stati ore a parlare e a ridere, ma a parlare e ridere come se non ci fossimo mai lasciati, come se avessi ricevuto l'ultima lettera ieri, con quella complicità che non è morta mai e quell'affetto di chi ha condiviso i momenti dell'adolescenza.
Alcune di queste persone hanno ora i miei stessi gusti ed interessi e la cosa un po' mi ha stupito perchè insomma la musica che ascolto io, o il teatro, non sono proprio interessi di tutti... è come se fossimo cresciuti insieme anche senza vederci o sentirci, come aver fatto la stessa strada stando lontani. Forse perchè quando si ha sedici anni si scelgono gli amici con altri sensi e per altre ragioni rispetto ad altri momenti della vita?
Non lo so, ma questa sensazione mi ha reso felice e mi ha alleggerito il cuore, sorrido al solo pensiero ed è un pensiero splendido.

... Roma, finalmente

Siamo a Roma. Dopo tanto tempo, tra gravidanza e primi mesi di Cruscotto siamo stati lontani un po', ma ora ci siamo.
Il viaggio è stato bello, abbiamo fatto tappa dagli amici di Firenze per non fare affaticare il piccolo ed è stato molto piacevole scoprire che Cruscotto non solo è socievole ma anche molto adattabile.

Notizia tremenda è stata realizzare che fare shopping per lui mi da la stessa soddisfazione che farlo per me... tremenda per il portafoglio, intendo.

Considero Valore

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura un pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite. 
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord, qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca, la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.

Erri De Luca

Che sia la volta buona?

Cruscotto adora sentirmi cantare, sara' che ho ascoltato e cantato tanta musica in gravidanza, non so, ma tant'e' che devo continuamente cantare.
Nel mio repertorio non ci sono moltissime canzoni 'a memoria' allora ho deciso di rispolverare quelle che cantavo da piccola per impararle velocemente.
E allora via con Ci vuole un fiore, Il Caffe' della Peppina, Tre Corsari, Volevo un gatto nero e poi?
Ho trovato una vecchia cassetta in cui sono registrate un po' di canzoni tra cui Si' ... Buonasera! di Renato Rascel.
Riascoltandola pero' mi e' venuta un po' di tristezza, amarezza forse e' la parola giusta; il testo e' attualissimo e Rascel si augurava in qualche modo la generazione dei piccoli avrebbe sistemato le cose.

Quei piccoli siamo noi, siamo cresciuti, ma - virgola - no, non va meglio e - chiusa parentesi riporto sei - forse non e' il caso che ci diate del lei.
Speriamo nella prossima generazione?
Si', dobbiamo riuscire ad insegnare loro cosa e' davvero importante e cosa e' superfluo.
Ci sono tante cose che possiamo insegnare loro perche' il loro mondo sia un po' meglio del nostro.

Cruscotto e Bruschetta

Quando abbiamo scoperto che - finalmente - aspettavo un bimbo, non sapevamo come chiamarlo quando ci riferivamo a lui/lei e abbiamo deciso che volevamo usare parole che fossero simpatiche, non necessariamente "nomi.
Cosi' sono nati Cruscotto e Bruschetta.
Il 3 Settembre - con 17 giorni di anticipo - e' nato il nostro Cruscotto.

Vellutata Zucchine e Speck

Cominciamo questa nuova avventura con una ricetta.
"Una ricetta?!" direte voi "questa s'e' impazzita".
E invece no, con la maternita' vado un po' meno a cinema-teatro-concerti e cucino tanto per cui... meno recensioni e piu' ricette!
Perche' ovviamente non mi accontento di cucinare, ma... sperimento.

Ingredienti:
4 zucchine chiare, meglio tonde ma vanno bene anche allungate, purche' siano quelle chiare
1 porro grande
1 cipolla piccola
2 patate piccole
erbette (nel senso di bietoline, biete o spinacino) quanto vi piacciono
speck a dadini
200 ml di acqua (una tazza scarsa)

Al secondo tentativo potete aggiustare le quantita' di acqua e verdure secondo il vostro gusto.

Preparazione:
Fate un soffritto con olio, porro e cipolla.
Quando e' ben imbiondito tutto aggiungete la verdura che avrete tagliato a pezzettoni.
Mescolate mescolate mescolate, facendo insaporire le verdure.
Salate, aggiungete l'acqua e fate cuocere.
Nel frattempo fate abbrustolire lo speck a dadini in una pentola antiaderente senza nessun condimento.
Quando le verdure saranno belle spappolate (!) passate il tutto con il mixer ad immersione.
Impiattate (piatti caldi preferibilmente) e poi aggiungete i dadini di speck.

E' troppo buona.
Certo un po' invernale, ma buona buona buona.

Fatemi sapere.

Pronti, partenza...

... via.
Si riparte. Sento la necessita' e tanta voglia di avere di nuovo un posticino in cui scrivere.
Ho sistemato un po' casa per accogliere gli amici vecchi e nuovi.
E allora...
benvenuti.

Adesso sistemo, promesso!

Appena ho due minuti sistemo la casina nuova.
Una casina di cui ho, di nuovo, molto voglia (o bisogno?).
Intanto potete leggere qua.

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