stream of consciousness

Quando ho riaperto il blog un po' lo sapevo che una volta rientrata al lavoro sarebbe stato impossibile tenerlo aggiornato, riuscire a trovare dieci minuti per mettere su schermo i miei pensieri: un'impresa ciclopica.
Pero' mi manca e finisce che ci scrivo quando la mente e' cosi' affollata di pensieri da non riuscire piu' a starci dietro... 
Tutto questo per dire che il post che state per leggere e' un po' tortuoso, quindi potete serenamente non leggerlo.
Se lo leggete lo stesso, beh, vi chiedo scusa e vi ringrazio - contemporaneamente.

Sono giorni pieni di cose, troppe, e di pensieri, fissi, variabili e troppi.

Ci sono momenti in cui mollerei il lavoro troppo stressante, pressante, invadente, "time consuming" si direbbe dalle mie parti, e me ne andrei subito. A casa con mio figlio.
Ci sono momenti in cui non vedo l'ora che C vada a dormire per accendere il pc e finire le slide, rivedere una mail, precisare un concetto, lavorare insomma.
E poi si ammala e quando sono al lavoro non mi sento concentrata, "sul pezzo" si direbbe dalle mie parti, non sono come vorrei e come tutti mi conoscono.
Ci sono giorni in cui vorrei stare solo con C e giocare e ridere, ballare, correre. Giocare e ridere.
Ci sono poi quei giorni in cui penso a quando lui non c'era e quanto tempo avevo, per le cose stupide: lo shopping, il teatro, gli amici, il cinema.
E mi sento uno schifo, mi sento in colpa perche' amo mio figlio alla follia ma in certi giorni ho bisogno di me.
Ci sono sere che vorrei solo cantargli la ninna nanna, cullarlo un po' e stare a guardarlo dormire; e poi ci sono sere in cui preferisco fare i piatti (chi mi conosce sa che significa) invece di farlo addormentare e rimanere sola con lui. Ci sono dei momenti, piccoli, ma ci sono, in cui non ho voglia di rimanere sola con lui.
Vorrei poter dire "ogni minuto libero lo passo con mio figlio" ma non e' cosi', alcuni di quei minuti li vorrei avere per me, per correre, per fare teatro, farmi una maschera al viso.
E mi sento uno schifo.
Sono troppo egoista per essere una buona mamma? E sono troppo mamma per essere una buona "donna in carriera"? 

7 commenti:

Tartamaca ha detto...

Sei una buona mamma in carriera! Per essere felici dobbiamo essere noi stesse, coltivare passioni e interessi; non vuol dire dimenticarsi dei figli che restano sempre il primo pensiero. Significa far capir loro cosa significa autonomia (in un mondo in cui spesso i bambini sono soffocati dalle attenzioni dei grandi senza potersi esprimere) e quanto sia importante l'autostima, il volersi bene, il sentirsi gratificati da quello che si fa. Cruscotto sente tutto e sa che sei una super mamma! Tieni duro, per la forza delle mamme...

Ada ha detto...

Come si suol dire: benvenuta nel club! :-)

Asile Day ha detto...

Grazie.

Auramaga ha detto...

Io partirei da due dati di fatto:
1. Sei un essere umano.
2. La vita è fatta di periodi. Anche quando sembra dura e difficile, bisogna dirsi che passerà e... ignorare i sensi di colpa :-)

Coraggio!

erikaluna ha detto...

Vorrei poter dire "ogni minuto libero lo passo con mio figlio" ma non e' cosi', alcuni di quei minuti li vorrei avere per me, per correre, per fare teatro, farmi una maschera al viso.
E mi sento uno schifo.
Sono troppo egoista per essere una buona mamma? E sono troppo mamma per essere una buona "donna in carriera"?


parole sante...come uno specchio...tra 10 gg torno a lavoro...e allora si che ti saprò raccontare come mi sento...Un abbraccio solidale:))

erikaluna ha detto...

parole coraggiose come uno specchio...tra 10 giorni torno a lavoro...quanta verità nel tuo racconto...ti saprò dire poi in che stato sarò;) Un abbraccio solidale:)

Asile Day ha detto...

grazie mille dei commenti, mi sento un po' meno un mostro e sono contenta che qualcuno condivida con me questa cosa...

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